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venerdì 13 giugno 2008

Nerium Oleander Oleandro-Apocynaceae

Nerium oleander Oleandro-
Apocynaceae

Etimologia

Il termine generico deriva da 'nerón' = acqua, perché questa pianta cresce più rigogliosa lungo i corsi d'acqua. Il termine specifico non sembra avere alcuna attinenza, come invece alcuni sostengono, con l'olivo (Olea europaea L.), ma sarebbe derivato per corruttela dal basso latino 'Arodandrum', derivato a sua volta per alterazione dal vocabolo greco 'rhododendron' = pianta rosea, in riferimento alla somiglianza dei fiori dell'oleandro, sia nel colore che nella morfologia, con quelli delle specie del genere Rhododendron.

Generalità
Provenienti dal mediterraneo, gli oleandri appartengono ad un genere di arbusti sempreverdi, coltivati soprattutto per la fioritura e per il fogliame.
Tecniche colturali
Sensibili al freddo, preferiscono climi miti, richiedendo una temperatura minima di 5 gradi. Nelle zone a clima temperato può perciò essere coltivato all'aperto, senza necessitare di alcuna protezione. Viceversa nelle regioni settentrionali è bene ripararlo durante l'inverno. Generalità
Provenienti dal mediterraneo, gli oleandri appartengono ad un genere di arbusti sempreverdi, coltivati soprattutto per la fioritura e per il fogliame.
Tecniche colturali
Sensibili al freddo, preferiscono climi miti, richiedendo una temperatura minima di 5 gradi. Nelle zone a clima temperato può perciò essere coltivato all'aperto, senza necessitare di alcuna protezione

Fiori e frutti
I fiori, che variano dal rosa al bianco, dal rosso al giallo, sbocciano praticamente dall'inizio della primavera fino all'autunno inoltrato. Sono state selezionate numerose cultivar a fiore doppio.L'oleandro produce frutti vistosi, di colore bruno-rossiccio, eretti, lunghi dai 10 ai 15 centimetri.


Terreno
Si tratta di una essenza che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Per ottenere abbonanti fioriture è importante provvedere ad abbondanti irrigazioni durante il periodo estivo. Durante il periodo invernale le annaffiature dovranno invece essere di molto ridotte, soprattutto nelle regioni settentrionali.





Rinvaso e potatura
Se la pianta viene coltivata in vaso è buona norma rinvasarla ogni due anni, concimandola con del concime granulare e aggiungendo ogni tanto sangue di bue.
Si consiglia inoltre di provvedere alla potatura delle piante giovani per ottenere l'infoltimento della chioma.
Moltiplicazione
Si moltiplicano per seme o per tale durante il periodo estivo.
Attenzione: si tratta di una pianta assai velenosa, in tutte le sue parti, contenendo glicosidi attivi sul cuore, che, proprio per tale ragione, vengono utilizzati in medicina. E' sempre opportuno quindi lavarsi le mani dopo averlo toccato.



Parassiti
Il parassita più frequente è l'aspidioto dell'edera (Aspidiotus hederae), un parassita assai frequente nei paesi del mediterraneo. Si tratta di un particolare tipo di cocciniglia, che attacca prevalentemente la pagina inferiore della foglia. Altro parassita assai frequente è la cocciniglia fioccosa (Chloropulvinaria floccifera) che riesce a invadere la pianta riproducendosi praticamente per tutto il corso dell'anno. Le contromisure devono quindi essere tempestive, potendo il parassita condurre ad un grave deperimento e anche alla morte della pianta. La melata prodotta finisce per imbrattare la pianta, creando spesso fumaggini.

Curiosità
Il nome comune 'Mazza di San Giuseppe' trae origine dal racconto dei vangeli Apocrifi secondo i quali i pretendenti della Vergine Maria dovettero deporre sull'altare una verga; quella portata da San Giuseppe, fatta di oleandro, germogliò appena deposta, facendo ricadere su di lui la scelta.
Diego Peroni

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